Lo confesso, la prima cosa che ho fatto, una volta finito il concerto dei Jethro Tull in quello scenario unico che offre piazza della Santissima Annunziata, è stata cercare su wikipedia l'età esatta di Ian Anderson: compirà 71 anni il prossimo 10 agosto. Sì, avete letto bene, 71.
Personalmente questo mi ha fatto sentire incredibilmente anziano e ho iniziato a sentire tutta una serie di acciacchi psicosomatici: signore e signori, Ian Anderson, alla sua veneranda età, è ancora un incredibile saltimbanco, con quella voce da cui ti faresti raccontare per ore storie di gnomi, elfi e fate (il tutto velato da quell'inquietudine che è tipica degli accenti del menestrello scozzese) ed è ancora capace di dominare, letteralmente, il palco, saltando da una parte all'altra, accompagnato dal suo flauto. Quasi più figura mitologica che semplice musicista.
La serata si snoda lungo tutti i 50 anni di storia di questa incredibile band che ha saputo regalare al mondo capolavori come "Aqualung" e "Thick as a brick" (che ovviamente fanno la loro comparsa nella setlist al momento opportuno): gli interventi in video, proiettati nel maxischermo alle spalle della band, degli ex membri dei Jethro Tull, punteggiano la serata e la rendono esattamente come un racconto in musica, un percorso con le sue fermate, i suoi step dovuti, a rendere omaggio ognuno ad un periodo, che è stato inevitabilmente segnato dalle musiche di Ian Anderson.
Da "A song for Jeffrey" a "Too old to rock'n'roll, too young to die" non manca nessuno dei classici dei Tull, classici suonati a volume tuono, mentre tutta la piazza sembra risplendere di una luce particolare, una qualche iridescenza favolistica.
La consapevolezza è quella di stare assistendo a qualcosa di leggendario, un pezzo di storia che viene letteralmente costruito di fronte a noi, fatto di note sovrapposte, assoli (anche di batteria, come non si usa più, per dirla con Ian Anderson) e di genuina passione per la musica, perchè Anderson è un grandissimo professionista e anche uno che, ripeto, a 70 anni (71 a brevissimo), sa ancora divertirsi sul palco.
E allora lunga vita a lui, e altri 50 anni di storia per i Jethro Tull!