Lunedì 20 Luglio 2020 Orario di inizio 21:15
Teatro Romano di Fiesole
VIA COL TEMPO VIAGGIANDO SU FILI DI MEMORIA
Scritto e interpretato da Lui Dei, Magnifico Rettore Università di Firenze - Voci recitanti: Luigi Dei, Paolo Santangelo Piano: Anna Toccafondi, Conservatorio di Firenze L. Cherubini - Canto: Eleonora Ronconi, Giuseppe Surace, Eva Maria Ruggeri, Oganes Avakyan, Michele Gianquinto, Conservatorio di Firenze L. Cherubini Presentazione multimediale a cura di Università di Firenze
Prodotto da Festival delle Scoperte - Presentazione di Gino Tellini
Ecco una moderna «operetta morale» multimediale, con finale a sorpresa: il dialogo di un Cantastorie e di un Vecchietto su parole e voci in musica, che ridestano ricordi lontani.Ricercare vuol dire avventurarsi in territori sconosciuti, anche nei sentieri misteriosi della memoria riattivata da suggestioni musicali, da canzoni e arie d'opera. Inizia così un'avvincente viaggio nel tempo, un itinerario affascinante alla riscoperta del passato individuale e collettivo, attraverso eventi, circostanze, esperienze che scandiscono letappe di un'esistenza, tra generazioni diverse. Ma il tempo esiste? oppure, come dice Leopardi, «il tempo non è una cosa. Esso è uno accidente delle cose; o piuttosto è una nostra idea, una parola. La durazione delle cose che sono, è il tempo» (Zibaldone, 14 dicembre 1826). Nell'emozione della musica, ragione e cuore s'intrecciano, biologia e arte si danno la mano. Il regno della scienza si compenetra con il regno dell'anima e si spalanca un universo di meraviglie. La voce in musica, anche se voce rauca e gorgogliante, ha poteri infiniti: sollecita l'udito ma accende la vista della mente e fa vedere cose che non ci sono,se non nella realtà dei sogni, e dà espressione al vuoto, all'assenza, con il magico brivido di un canto muto. Fa vedere i non vedenti e fa parlare il nulla. Lo spettatore si trova immerso in una galleria illimitata di sentimenti e di passioni, tra amore e fede, calunnia,dolore, gioia. Allora il dialogo tra il Cantastorie e il Vecchietto, mentre ci racconta, sul ritmo del tempo riconquistato, una formidabile storia di voci, di musica, di memorie, di vita vissuta (con sorpresa finale...), diventa un alto elogio della ricerca, della luce che la ricerca irradia. Non un elogio delle nozioni da enciclopedia, ma dell'energia conoscitiva che sfida ogni dogma.
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