Lunedì 26 Luglio 2021 Orario di inizio 21:15
MusArt Festival
Vedi la bestia per cu’i mi volsi:
aiutami da lei, famoso saggio,
ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi
Gli anniversari offrono l’occasione di misurare il tempo che passa e i mutamenti che porta, ma offrono anche l’opportunità di valutare il tempo che non è passato e ciò che è restato immutato, in modo da poterlo riscattare. Quest’anno che ricorre il settecentesimo della morte di Dante Alighieri, è dunque parso naturale che Vinicio Capossela, artista che da tempo orienta la sua ricerca alla riattualizzazione di figure e motivi antichi fuori delle ingiunzioni dell’attualità, abbia pensato un progetto che dal confronto con la Divina commedia tragga punti d’orientamento per una navigazione dantesca nel proprio repertorio. L’aldilà dantesco è il perfetto teatro delle passioni umane, l’adempimento di un’umanità persa dall’incontinenza, dalla violenza e la malizia, la scena di un’umanità lacerata dalle tre faville di superbia, invidia e avarizia che Dante colloca proprio all’inizio del poema sotto forma di tre fiere che impediscono il cammino della conoscenza.
"Ho iniziato ad appassionarmi a Dante
per mito interposto. L’eroe della mia giovinezza è stato il dannato, il
bohémien, il distillatore di bellezza Amedeo Modigliani. Modigliani sgranava
come un rosario ebbro i versi di Dante a memoria, mentre dipingeva i suoi volti
dagli occhi vuoti. E così provai a mandarli a memoria anche io scoprendo la più
sublime forma di preghiera umanistica. Una esperienza di spiritualità, che
nella ripetizione conduce a una specie di trance.
L’attrazione per l’umano, per i suoi
miti, per il sublime, per l’inferno, per il peccato e per la virtù, per tutto
ciò che desta maraviglia è quello che da quindici anni conduce il mio cammino
in musica e parole. Non c’è cosa che
Dante non comprenda già.
Santi, eroi e viziosi, una certa
attrazione per il misticismo, una visione del mondo non specialistica, ma
enciclopedica, il cui soggetto è la natura tutta a partire dalla natura umana
sono tra le cose dantesche che più mi attraggono. Galeotti per me sono stati
molti libri, ma Dante soltanto li comprende tutti.”
Vinicio Capossela
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