Giovedì 21 Luglio 2022 Orario di inizio 21:15
MusArt Festival
In occasione di “Round one thirty five1990 – 2020. Personal Standards” il cantautore ripercorrerà il repertorio dei suoi standard personali dei primi album, accompagnato dagli storici collaboratori Giancarlo Bianchetti, Enrico Lazzarini e Antonio Marangolo che dei primi tre dischi aveva curato gli arrangiamenti, a partire da quel “All’una e trentacinque circa” a cui il titolo del concerto si richiama.
Il 12 ottobre di 31 anni fa usciva “All’una e trentacinque circa”, il primo disco di Vinicio Capossela. L’album, nato sotto l’egida del grande Renzo Fantini e tenuto a battesimo da Francesco Guccini, vinse la Targa Tenco e segnò l’inizio di un felice e caleidoscopico percorso artistico.
All’una e trentacinque circa il
Piazza di Bellaria Igea Marina si svuotava e diventava la culla dei nottambuli
e dei lunatici, quelli che non si arrendono mai e, se si arrendono, lo fanno in
grande stile. Erano loro il primo pubblico delle canzoni di questo disco,
registrate su una cassetta in un pomeriggio d’agosto del 1989. Pochi mesi più
tardi, la cassetta finì nello stereo di Francesco Guccini in via Paolo Fabbri
43, e da lì nelle generose mani di Renzo Fantini, manager e produttore dello
stesso Guccini e di Paolo Conte. Un anno dopo la registrazione di quella
cassetta, sempre ad agosto, il disco prese vita e divenne una sorta di film
noir. Un Round midnight girato nell’Emilia dei CCCP e di Pier Vittorio
Tondelli.
Alla fine dell’estate 1990, una sera, nel locale Il posto di Verona c’era anche
Enrico De Angelis, che segnalò Capossela ad Amilcare Rambaldi per invitarlo al
Premio Tenco di quell’anno. «Vinicio seguiva stilisticamente una strada che noi
amavamo moltissimo: quella di Tom Waits e di Paolo Conte. […] Ci colpì il fatto
che quel modo di scrivere e cantare […] avesse trovato un continuatore». Nel
1991 il disco fu premiato con la Targa Tenco per la migliore opera prima, in ex
aequo con Passa la bellezza di Mauro Pagani.
Così quell’orario di esibizione si è trasformato in un disco odoroso di pioggia
e moquette. Lampi biografici, canzoni scritte ad anticipare la vita quando
ancora ci si faceva pace. Asfalto, lamieroni, locali epifanici come l’Escandalo
o il Corallo. Istantanee disarmanti che rendono epico il viaggio, in cui è il
suono, più che il senso delle parole, a dare corpo al mondo. «I suoni fanno da
sfondo a un mondo immaginario. Un mondo pieno di guai, affollato di guitti
stralunati, strade chiassose e vecchie macchine». I suoni sono quelli di
Antonio Marangolo, Jimmy Villotti, Ellade Bandini, Enrico Lazzarini.
Tutto è partito da una melodia al pianoforte che ricordava una canzone di
Dylan, I Was Young When I Left Home.
Le parole ce le ha messe la vita con le sue fratture, e quel soffio ha allargato tutta la geografia. È l’epica del pianobar.
Tutti gli spettacoli nel programma di MusArt Festival prevedono la possibilità di acquistare un Gold Package che comprende: Biglietto di Primo Settore – catering con buffet - visita guidata ai luoghi d’arte legati al progetto MusArt.
- i bambini sotto i 5 anni di età entrano gratuitamente accompagnati da un adulto, in numero di un bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto ad occupare un posto a sedere
- ridotto soci Aci disponibile attraverso account socio
Possono acquistare un biglietto specifico al prezzo più basso previsto per l'evento ed entrare con un accompagnatore gratuito. I biglietti sono reperibili esclusivamente attraverso i punti vendita del Circuito Box Office Toscana Onde evitare problemi all'ingresso alla venue e poter accedere ad una sistemazione consona, si sconsiglia fortemente l'acquisto di un biglietto generico.
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