Musart Festival propone una sinergia tra musica e luoghi d’arte. Durante le serate di festival, gli spettatori potranno visitare liberamente, dalle ore 18 fino ad inizio spettacoli, alcuni dei luoghi d'arte più significativi all'interno del Parco. “Percorsi emozionali’ che si dipaneranno attraverso il giardini, luoghi di culto, opere d'arte monumentali.
è così chiamato per la sua particolare forma. Si tratta di una centrale energetica di nuova generazione, basata sull'impiego di energia solare. L'energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici installati sulla superficie esterna del diamante e viene accumulata in particolari serbatoi sferici che si trovano all'interno del diamante stesso. In questo modo si è in grado di fornire elettricità anche se la disponibilità di energia solare è carente.
Le scuderie del parco furono progettate dall’architetto Bernardo Buontalenti
tra il 1579 e il 1580 per accogliere i cavalli e come alloggio di alcuni
servitori della corte medicea.
Al piano terreno si trova un grande ambiente coperto da volte e diviso in tre
parti da una fila di colonne che forma al centro un lungo corridoio e ai lati
la zona delle mangiatoie. In questo ambiente, oggi, è possibile trovare alcune
riproduzioni in legno di teatri rinascimentali creati su progetto di Ludovico
Zorzi e Cesare Lisi, nella metà degli anni ‘70 del ‘900. Tramite una scala,
infine, si sale al piano superiore, dove si trovano ventitré camere: gli
alloggi della servitù.
è sicuramente l’edificio più antico del parco, antecedente agli interventi
buontalentiani e all’acquisto del terreno da parte di Francesco I de Medici.
Deve il suo nome al fatto di essere stata l’alloggio degli ospiti meno illustri
o addirittura dei viaggiatori che percorrevano la via bolognese prima che la
strada fosse deviata più a monte.
È una delle poche strutture del parco a non aver subito profonde alterazioni.
Costruita nel 1580 su progetto di Bernardo Buontalenti, fu poi terminata nella
decorazione intenta dalla famiglia Demidoff.
Oggi vi si accede tramite una scalinata in pietra che parte dal viale della
Vecchia Posta.
La Cappella è circondata da una loggia voltata che poggia su quattordici
colonnine, ha una pianta esagonale ed è coperta da una grande cupola rivestita
da lastre di piombo e chiusa da una lanterna.
Su retro della struttura riposa Maria Demidoff, l’ultima della dinastia a
vivere in questo Parco. Fu sepolta qui per sua volontà, la principessa era
infatti estremamente legata a questo luogo e al paese di Pratolino.
Il Gigante dell’Appennino è certamente il cuore del Parco di Pratolino, fu
realizzato tra 1579 e 1580 dall’artista fiammingo Giambologna, estremamente
apprezzato dalla corte medicea. (si ricorda il Ratto delle Sabine sotto la
Loggia dei Lanzi a Firenze)
Il gigante preme con la mano sinistra la testa di un mostro (forse una
tartaruga, un drago, un aquila…) e dà così nuovo vigore al flusso dell’acqua
che alimenta la grande vasca ai suoi piedi. La colossale opera era
originariamente incorniciata da una grande nicchia, realizzata in spugne e
pomice oggi purtroppo andata perduta. L’Appennino al suo interno ha tre camere,
ad oggi non visitabili, ma una volta utilizzate largamente da Francesco dei
Medici, il principe che ha fortemente voluto questo Parco. La camera ipogea non
conserva l’aspetto originale ma vanta un aspetto ottocentesco voluto dai
secondi proprietari del Parco, i russi Demidoff che la trasformarono in grotta
simil naturale.
Il corpo del Gigante ospita una piccola stanza nella quale è possibile ancora
oggi vedere conchiglie, mosaici e una scultura centrale ancora originali del
Rinascimento. L’ultima stanza nella testa dell’Appennino aveva come finestre
gli occhi della creatura che erano dotati di vetro trasparente per controllare
il grande lago e il prato davanti al Gigante senza essere disturbati.
fu costruita per volere di Francesco I, ampliata e modificata dai Demidoff che
ne fecero la loro villa.
Quello che un tempo fu l’alloggio per cortigiani, buffoni e paggi, da cui il
nome Paggeria. Alla struttura, nell’800, fu aggiunta la Sala Rossa, salone di
rappresentanza, per feste, balli e banchetti. Viene attualmente utilizzato
ancora per concerti, conferenze e rappresentazioni teatrali.