Dal 17 luglio al 27 luglio 2024

MusArt Festival 2024

MusArt Festival

Arte

Percorsi Emozionali

Musart Festival propone una sinergia tra musica e luoghi d’arte. Durante le serate di festival, gli spettatori potranno visitare liberamente, dalle ore 18 fino ad inizio spettacoli, alcuni dei luoghi d'arte più significativi all'interno del Parco. “Percorsi emozionali’ che si dipaneranno attraverso il giardini, luoghi di culto, opere d'arte monumentali.

Il Diamante Enel

è così chiamato per la sua particolare forma. Si tratta di una centrale energetica di nuova generazione, basata sull'impiego di energia solare. L'energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici installati sulla superficie esterna del diamante e viene accumulata in particolari serbatoi sferici che si trovano all'interno del diamante stesso. In questo modo si è in grado di fornire elettricità anche se la disponibilità di energia solare è carente.

Le Scuderie del Buontalenti

Le scuderie del parco furono progettate dall’architetto Bernardo Buontalenti tra il 1579 e il 1580 per accogliere i cavalli e come alloggio di alcuni servitori della corte medicea.
Al piano terreno si trova un grande ambiente coperto da volte e diviso in tre parti da una fila di colonne che forma al centro un lungo corridoio e ai lati la zona delle mangiatoie. In questo ambiente, oggi, è possibile trovare alcune riproduzioni in legno di teatri rinascimentali creati su progetto di Ludovico Zorzi e Cesare Lisi, nella metà degli anni ‘70 del ‘900. Tramite una scala, infine, si sale al piano superiore, dove si trovano ventitré camere: gli alloggi della servitù.

La Locanda

è sicuramente l’edificio più antico del parco, antecedente agli interventi buontalentiani e all’acquisto del terreno da parte di Francesco I de Medici.
Deve il suo nome al fatto di essere stata l’alloggio degli ospiti meno illustri o addirittura dei viaggiatori che percorrevano la via bolognese prima che la strada fosse deviata più a monte.

La Cappella del Buontalenti

È una delle poche strutture del parco a non aver subito profonde alterazioni. Costruita nel 1580 su progetto di Bernardo Buontalenti, fu poi terminata nella decorazione intenta dalla famiglia Demidoff.
Oggi vi si accede tramite una scalinata in pietra che parte dal viale della Vecchia Posta.
La Cappella è circondata da una loggia voltata che poggia su quattordici colonnine, ha una pianta esagonale ed è coperta da una grande cupola rivestita da lastre di piombo e chiusa da una lanterna.
Su retro della struttura riposa Maria Demidoff, l’ultima della dinastia a vivere in questo Parco. Fu sepolta qui per sua volontà, la principessa era infatti estremamente legata a questo luogo e al paese di Pratolino.

L'Appennino

Il Gigante dell’Appennino è certamente il cuore del Parco di Pratolino, fu realizzato tra 1579 e 1580 dall’artista fiammingo Giambologna, estremamente apprezzato dalla corte medicea. (si ricorda il Ratto delle Sabine sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze)
Il gigante preme con la mano sinistra la testa di un mostro (forse una tartaruga, un drago, un aquila…) e dà così nuovo vigore al flusso dell’acqua che alimenta la grande vasca ai suoi piedi. La colossale opera era originariamente incorniciata da una grande nicchia, realizzata in spugne e pomice oggi purtroppo andata perduta. L’Appennino al suo interno ha tre camere, ad oggi non visitabili, ma una volta utilizzate largamente da Francesco dei Medici, il principe che ha fortemente voluto questo Parco. La camera ipogea non conserva l’aspetto originale ma vanta un aspetto ottocentesco voluto dai secondi proprietari del Parco, i russi Demidoff che la trasformarono in grotta simil naturale.
Il corpo del Gigante ospita una piccola stanza nella quale è possibile ancora oggi vedere conchiglie, mosaici e una scultura centrale ancora originali del Rinascimento. L’ultima stanza nella testa dell’Appennino aveva come finestre gli occhi della creatura che erano dotati di vetro trasparente per controllare il grande lago e il prato davanti al Gigante senza essere disturbati.

La Paggeria

fu costruita per volere di Francesco I, ampliata e modificata dai Demidoff che ne fecero la loro villa.
Quello che un tempo fu l’alloggio per cortigiani, buffoni e paggi, da cui il nome Paggeria. Alla struttura, nell’800, fu aggiunta la Sala Rossa, salone di rappresentanza, per feste, balli e banchetti. Viene attualmente utilizzato ancora per concerti, conferenze e rappresentazioni teatrali.