Lo stadio sorge dal 1931 dove ombreggiavano i ciliegi delimitati dal torrente Affrico, che scorreva allora fino all'Arno.
Quest'area
aveva già una stazione ferroviaria ma era priva di un campo sportivo
regolamentare; ecco allora un bel progetto razionalista commissionato all'ingegnere Pier Luigi Nervi, lo stesso dello stadio di atletica degli Assi Giglio Rosso:
110 metri lineari di tribune in cemento armato completamente coperte, scale
elicoidali dall'effetto torcente, un' ambiziosa torre di maratona da
poter utilizzare come manifesto pubblicitario con una scritta verticale
per i suoi 75 metri....
Propaganda, tutta propaganda, ma sotto questa cornice vediamo invece cosa succede :
Il Raddi e Leandro si compiacciono finalmente di non avere male ai piedi, mentre percorrono il campo, quel bel prato dello stadio di Firenze.
Leandro si ricorda di quando col babbo venne a vederci la partita, aveva 9 anni, ed era la prima volta che si recava a Firenze: un 'avventura.
Su quello stesso prato, come allora, dove la Fiore aveva stracciato il Montevarchi con un bel 6 a 0 l; la prima partita vera, cosi stasera un concerto vero, Live kom, Komandante. Un'avventura come tutta la vita che avrebbe potuto vivere se...
Il Raddi è perplesso, le luci cosi esplosive portano strani ricordi, quasi amari, se avesse saputo correre veloce...forse anche gli altri, chissà!
Insieme cercano Adriano, che non li ha ancora raggiunti, si tiene indietro, è lento, come sempre e si distrae e si diverte a calpestare tutta quella cartaccia per terra, all'ingresso dello stadio, nel vedere tutte quelle ragazze scollate, con le gambe depilate e more che saltano ed esultano nelle loro fascette colorate sulla fronte...vasco , blasco !
Guidooo! - Non ti sente -accenna Leandro, ma il Raddi si sbraccia –il Quiti dov'è? É rimasto là?
Komandante, ma sei uguale a lui - parte la seconda canzone, Gerardo si sente spingere come da qualcuno che insiste a farsi largo- dai però, cosi non si fa- è il Raddi, va avanti, vuole raggiungere Guido, ma il prato adesso è stracolmo, è buio trafitto dal bagliore dell'astronave Vasco... E smettila di piangere......siamo soli..... siamo soli....siamo soli....Guido ora fissa il Raddi con la fronte troppo corrugata per avere 20 anni, anzi ventuno compiuti, se non fosse per lui, sarebbero rimasti a Vicchio anche stanotte.
Invece le pallottole gli balenano ancora addosso nel ricordo, tra un giubbotto rosso, e gli occhi di ghiaccio, e l'agonia che avvelena il cuore.
Bella serata invece per Gerardo, già invia l'ennesimo sms ad Angela, perchè non resiste sulle note di Sally, si ricorda quando....
Stasera Leandro, il Raddi, Guido, il Quiti e Adriano a Vicchio non ci tornano più , rimarranno sempre dove sono ora, tra un Vasco e un calcio straniero superstar, tra l'indifferenza delle mamme che gli passano davanti portando i ragazzini alla piscina dell' Artemio Franchi
Gerardo prenderà quel treno per Arezzo delle 2.20, come indicato nel pieghevole; gli amici li ha persi, il cellulare è scarico, magari li ritrova alla stazione.
C'è ancora tempo e lui che non fuma, stasera chiede una sigaretta, e si trattiene a fare cerchi di fumo, proprio davanti al cancello 3; poco più in là inciampa lo sguardo su di una targa, c'è scritto "la mattina del 22 marzo 1944 in questo luogo vengono fucilati...all'età di 21 anni...questa targa è dedicata ai martiri di Campo di Marte " e Gerardo riguarda la foto scattata allo striscione in fondo al prato:
Vasco, sei il nostro equilibrio sopra la follia.
@Elisabetta Thiene